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LCA - Analisi del Ciclo di Vita

 

Valutazione dell’impatto ambientale: Cos’è un LCA 

LCA è l’acronimo di Life Cycle Assessment (Valutazione del Ciclo di Vita): è uno strumento utilizzato per analizzare l’impatto ambientale di un prodotto, di un’attività o di un processo lungo tutte le fasi del ciclo di vita, attraverso la quantificazione dell’utilizzo delle risorse (gli “input” come energia, materie prime, acqua) e delle emissioni nell’ambiente (“immissioni” nell’aria, nell’acqua e nel suolo) associate al sistema oggetto di valutazione.

Il Life Cycle Assessment è un metodo che considera consumi di energia materia, quantità e tipologia di emissioni ed altri importanti fattori tutti legati all’intero ciclo di vita di un prodotto, un processo o un servizio, al fine di valutarne l’impatto da un punto di vista ambientale (non sono considerati gli aspetti economici e sociali).

RDLab137 dispone delle competenze necessarie e di software dedicati all’elaborazione dei dati relativi al ciclo produttivo di un prodotto.  Al termine dei calcoli, il valore di impronta ambientale di un prodotto/servizio viene così classificato secondo diverse “categorie di impatto”, che rappresentano tutti i diversi impatti che questo genera nei vari comparti ambientali. Uno studio di LCA consente di misurare l’impatto ambientale generato dai diversi processi produttivi in esso compresi, individuando quelli a maggior impatto e mostrandone le performance ambientali con un risultato il più possibile oggettivo. Lo scopo è quello di operare una successiva gestione dell'impatto stesso in termini di sua riduzione e compensazione.

Un LCA di un processo, prodotto o servizio, è sostanzialmente articolato in 4 punti differenti, tutti soggetti a specifiche normative ISO (ISO 14000, gestione ambientale):

- Definizione dello scopo e degli obiettivi (goal definition and scope, ISO 14040): definire lo scopo dell’analisi, l’unità funzionale, i confini dell’analisi (confini geografici, di tempo, step del ciclo di vita), i dati richiesti per svolgere l’analisi.

- Inventario del ciclo di vita (Inventory analysis): si tratta di stabilire un diagramma ad albero o a blocchi per stabilire l’ordine dei processi (o in generale degli eventi) coinvolti nell’analisi da compiere; si raccolgono i dati (o si suppongono se mancanti) relativi ai flussi di materia ed energia entranti nel diagramma, stabilendo correttamente i bilanci di materia e energia.

- Analisi dell’impatto (Impact Assessment): definire le categorie di impatto riguardanti l’analisi compiuta, assegnare degli appositi indicatori per ciascuna categoria (esempio CO2 per il surriscaldamento globale). Pesare infine l’importanza di ogni categoria in cui il processo/prodotto/servizio è coinvolto.

- Interpretazione e analisi dei miglioramenti (Intepretation and improvement analysis): verificare che venga soddisfatto lo scopo dell’analisi; identificare quale step produttivo/processo impatta maggiormente sull’ambiente tramite particolari emissioni e valutarne possibili miglioramenti da un punto di vista ambientale.

Esistono diversi tipi di LCA: se si vuole effettuare un confronto tra processi produttivi relativi allo stesso prodotto, l’analisi viene definita Cradle-to-Gate e si limiterà a prendere in considerazione soltanto il processo di produzione, senza considerare le variabili inerenti a tutto ciò che precede o segue il processo produttivo in fabbrica.

Se invece si vogliono confrontare due prodotti con la stessa funzione, l’analisi prende il nome di Cradle-to-Grave e riguarderà invece ogni step di processo, dalla materia prima fino al termine del ciclo di vita, passando per il trasporto, la distribuzione, l’impiego, includendo il riciclo e i possibili scenari di smaltimento.

Se poi per uno stesso prodotto si prevedono diversi scenari di smaltimento e/o riciclo, l’analisi si chiamerà Gate-to-Grave e prenderà in considerazione tutti quegli aspetti che concorrono nello smaltimento del prodotto in questione.

In sostanza, una volta definiti gli estremi all’interno dei quali compiere l’analisi, l’LCA consente di valutare l’impatto ambientale in funzione di diverse categorie di impatto, ovvero di diverse problematiche ambientali, quali la riduzione dell’ozono in atmosfera, l’acidificazione del suolo, il surriscaldamento globale, traducendo gli input forniti in valori percentuali espressi in termini di indicatori di categoria.

Gli indicatori di categoria sono riferimenti interni a ciascuna categoria di impatto e permettono di quantificare numericamente quelle che sono tutte le informazioni raccolte al fine di compiere un LCA: l’equivalente di CO2 per esempio, è un indicatore per la categoria di impatto relativa al surriscaldamento globale.

Un LCA vuole essere uno strumento con il quale quantificare una serie di informazioni al fine di comprendere le conseguenze ambientali di un prodotto o processo, ma deve basarsi su una visione d’insieme.

Un esempio significativo è il PLA (o acido polilattico), polimero derivante da fonti naturali e rinnovabili, che si degrada mediante idrolisi in specifiche condizioni (ad opera di microorganismi, o in determinate condizioni di temperatura e umidità), motivo per cui è riciclabile e compostabile. Questo polimero, non derivando dal petrolio ed avendo discrete proprietà fisico-meccaniche, si presta a essere ad oggi una delle proposte più green nel mondo delle plastiche.

Tuttavia, estendere l’LCA di tale polimero all’intero ciclo di vita e non unicamente al processo di produzione, metterebbe in luce l’elevato impatto ambientale della produzione del monomero attraverso colture intensive di mais, grano o barbabietola, dai cui zuccheri si ottiene per fermentazione l’acido lattico, specialmente se si considerano come categorie d’impatto la quantità di acqua impiegata e l’utilizzo di agrochemicals (fertilizzanti, pesticidi, diserbanti). Questo potrebbe portare a risultati che collidono con il presupposto sulla base del quale il PLA è un polimero con un minor impatto ambientale delle plastiche derivanti dal petrolio.

Concludendo, si comprende come non sia semplice la valutazione effettiva e completa di impatto ambientale di un determinato materiale e come questa non possa prescindere dagli obiettivi per cui viene realizzato lo specifico prodotto. Se l’esigenza primaria è la biodegradabilità, ci sono sicuramente alternative che in alcuni casi possono sostituire le materie plastiche tradizionali; se invece dobbiamo pensare a una sostituzione di un materiale con un altro a impatto ambientale globale minore, non possiamo non confrontarci con studi completi di tutto il ciclo di vita (analisi dell’LCA).

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